
Ho sempre avuto terrore dell'ottovolante.
Ci sono salita una volta, su una versione soft, a Gardaland, incitata e incoraggiata dai figli.
Ricordo ancora la sensazione terribile di mancamento, di panico assoluto durante i pochi secondi della discesa...
Ricordo anche il panico provato sul camminamento laterale interno alla cupola di S. Pietro.
Il vuoto.
Che in fondo non è vuoto.
E' aria .
Difficile galleggiare nell'aria, per quanto ci dia la vita.
Preferisco galleggiare nell'acqua e sull'acqua, per quanto essa, invece, possa darci la morte.
Ecco, do un nome alla mia sensazione.
Preferisco l'acqua perchè mi accarezza la pelle, la sento su di me.
La sento prendere forma e scostarsi alla mia bracciata, rispondermi gentilmente se io mi muovo gentilmente, schiaffeggiarmi se io nuoto agitata.
Ma la sento.
Risponde al mio corpo con le sue molecole.
Interagisce, si adatta a volte, a volte no, mi fa bere sorsi amari.
Ma c'è sempre.
So che c'è, pronta ad accogliermi nel suo letto, e a sorreggermi delicatamente, in qualsiasi parte del mondo io la cerchi.
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