martedì 22 maggio 2012

Il Mongol Rally: un’avventura Speciale.

Si sa, i giovani amano l’avventura.
Ma quando mio figlio, l’altro giorno, mi ha comunicato di voler partecipare quest’estate al Mongol Rally, non pensavo che fosse una cosa tanto speciale.
Invece, dopo essermi documentata, sono rimasta a bocca aperta!
Il Mongol Rally è una gara non competitiva, organizzata dall’inglese League of Adventurist International Ltd..  che ha l’obiettivo di portare fondi e aiuti ad organizzazioni socialmente utili in Mongolia e nei paesi che vengono attraversati.
Ad oggi , le varie edizioni di questo rally hanno permesso di raccogliere oltre 1,73 milioni di euro.
La partenza avverrà il 16 luglio, contemporaneamente da Londra e Praga, per arrivare ad Ulaan-bataar, in Mongolia dopo 4 o 5 settimane.
L’auto utilizzata (di piccola cilindrata) verrà donata, una volta giunti a destinazione. Gli equipaggi partecipanti,  inoltre, hanno il compito di raccogliere, tramite sponsor, offerte in denaro da devolvere in beneficenza a favore di programmi di sviluppo presenti nelle zone attraversate dal Rally.
Perciò ogni squadra deve, per regolamento, raccogliere 1000 sterline inglesi (circa 1300 euro) da donare ad enti benefici individuati dall’organizzazione.
L’ente individuato per questa edizione del Rally è il Lotus Children’s Center di Ulaan-bataar,che si occupa di garantire ai bambini vulnerabili e alle loro famiglie i fondamentali diritti umani di cibo, salute ed istruzione.
Il percorso è libero e privo di assistenza tecnica e tecnologica.
I km da percorrere sono 16.000, attraverso paesi, deserti e steppe di quasi tutta l’Eurasia.
L’importante è arrivare a destinazione.
La prima edizione del Mongol Rally risale al 2004, quando 6 auto sono partite da Londra.
Ogni anno è aumentato l’entusiasmo per tale avventura e i gruppi in partenza per l’edizione del 2012 saranno alcune centinaia.
Il sito ufficiale di questa organizzazione è http://www.theadventurists.com/the-adventures/mongol-rally

P.S.: Mio figlio, dopo un paio di settimane, mi ha detto di aver rimandato quest’avventura all’anno prossimo, per problemi tecnico-organizzativi, …e confesso di aver tirato un sospiro di sollievo materno, nonostante il grande apprezzamento provato per questo evento!

giovedì 23 febbraio 2012

Piaceri nuovi e antichi


L'amico ritrovato.
Sorrisi,
una gentilezza,
un germoglio,
la telefonata attesa
e la telefonata inattesa,
parole
parole dolci
e parole forti,
parole serie
e parole ridenti,
un abbraccio,
un tango
un vals
una milonga
e un salutarsi compiaciuto,
un messaggio d'intesa
e un messaggio scritto con passione,
un fiume di parole
per capirsi
per raccontarsi,
una cioccolata calda al bar,
una coccola,
l'ansia del primo incontro,
il sorriso sulle labbra
che riappare più volte
dopo il primo incontro,
il secondo incontro,
la sensazione di stare bene,
magia.




Buona educazione canina.







Dopo 16 anni di passeggiate col mio cane e relative "raccolte pupù", ieri pomeriggio, in uno di "quei" momenti critici, mi è squillato il telefono.

Sono stata presa dalla telefonata, un pò lunga, e , quindi, in attesa di terminarla e adempiere ai miei doveri di brava padroncina, abbiamo sostato, io e Otis, nei pressi del "fattaccio", avvenuto su un mucchietto di neve.

Ma la telefonata si è protratta per cinque minuti, e poi ancora per altri cinque minuti.....

Così Otis, ad un certo punto, si è seccato, mi ha guardata e, con l'innata eleganza dei barboncini, si è rassegnato a rimediare a quella che lui riteneva essere una mia caduta di stile: colpetto dopo colpetto, con il naso, ha spostato la neve e ha ricoperto il tutto!!!!

"L'uomo è l'unico animale che arrossisce, ma è anche l'unico che ne ha bisogno" scrive Mark Twain.

Chiudendo la telefonata e compiendo, finalmente, il mio dovere, pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto che ad assistere a questo edificante quanto naturale gesto del mio cane ci fossero state le tante persone maleducate che ci circondano.

mercoledì 22 febbraio 2012

Il profumo di zagara








Otis, il mio barboncino ormai sedicenne, ha tutti gli acciacchi dell'età: non ha più l'udito, ci vede pochissimo, zoppica vistosamente per due zampette con seri problemi...
Ma, quando mette in funzione l'olfatto, è ancora un segugio scatenato!!!
Ieri pomeriggio, ai giardinetti, ha annusato ogni centimetro quadrato dell'erba appena liberata dalla prigionia della neve e sembrava letteralmente ubriaco di odori e profumi..
Sono addirittura convinta che, per casa, mi segua solo più grazie al mio odore, rimanendo sempre a non più di due metri da me, nonostante le difficoltà di deambulazione...
Osservare lui mi fa pensare a quanti profumi avvolgono la nostra vita, e quanti di questi realmente "annusiamo", lasciandoci scivolare addosso chissà quali altre fragranze....
Noi possediamo circa 50 milioni di terminazioni nervose, che fungono direttamente da recettori per l'odore, senza bisogno di mediatori con il mondo esterno; per questo motivo si suppone che l'olfatto sia il senso più antico e primitivo.
Sappiamo, inoltre, che è strettamente collegato con una delle parti più primitive del cervello, il sistema limbico, sede del controllo delle emozioni e ciò spiega il potente e, qualche volta, inconscio, impatto di un odore.
La memoria di un profumo ci rimanda ad una persona, ad un episodio della nostra vita, ad un ambiente.
Il bouquet del vino rosso ci ricorda frutta e fiori estivi, le spezie ci inebriano i sensi, un gelsomino in fiore ci avvolge di una dolce nebbia impalpabile, inseguiamo l'aroma di caffè per le stanze di una casa, il profumo della pelle di una donna o di un uomo ci ricorda spezie africane e ci fa fremere...

"Colui che domina gli odori domina il cuore degli uomini", scrive Suskind, per giustificare le azioni del suo protagonista..

Ecco.
Oggi, in un timido abbozzo di primavera, il profumo e l'odore della natura, finora congelato in uno stato che non è il suo, pare esplodere insieme ai germogli della mia camelia.
Tempo fa, a spasso per le strade di Sorrento, il profumo delle zagare dei viali di limoni, presenti ovunque in quella città, riuscì quasi a stordirmi, mentre gli abitanti ne erano, purtroppo, ormai assuefatti..

Non facciamo che il rumore di fondo della nostra vita quotidiana ci renda insensibili ai miliardi di molecole volatili che la natura di soffia addosso.

Fermiamoci, e annusiamo anche noi.